DAVOLI
I primi colonizzatori della Grecia trovarono in questo territorio facile approdo, nel VII secolo a.c., insediandosi alle falde dell’Alaca e dell’Ancinale, il Cecino navigabile, nominato da T. Livio.
Il nome di Davoli, originariamente Daulis, proviene da Daulia, città della Focile, da dove sarebbero partiti i fondatori. Nel nono secolo D.C. avvennero in Davoli numerosi insediamenti di Monaci basiliani, che fondarono eremi e cenobi, il più famoso dei quali rimane quello in località Trono. A seguito delle incursioni saracene, le popolazioni primitive cercarono rifugio nelle zone collinari precisamente nelle località di S. Michele, S. Caterina e S. Nicola
Nel 1571 il suo castellano era il caporale Jacopo Antonio Magalli, cui succedette il caporale Vincenzo Romeo. E’ questo il periodo in cui il territorio fu meta di nobili, dotti e clero, i quali, con i diritti e i privilegi della loro condizione, arricchirono Davoli di palazzi maestosi e la Marina di sontuose dimore di villeggiatura, punto di incontro per i giovani dell’epoca che frequentavano rinomatissime scuole di medicina, di “Utroque Jure” e di fisica. La famiglia Tucci si insediò a S. Ippolito e Palma; i De Barberis a Sant’Elena; i Badolisani alla Strumba; i Castagna a Melicucchio; i Gualtieri a Messer Giovanni e a Santa Tecla; i Catarisano a Rodano. Su tutti primeggiava il palazzo Felluso residenza estiva dei Ravaschiera-Fieschi, principi di Satriano. Successivamente, per il decreto del 4/5/1811, il paese diventava capoluogo di un circondario comprendente i Comuni di Satriano, S. Sostene, S. Andrea; privilegio mantenuto nel successivo assetto regionale voluto dai Borboni con la legge 1/5/1816. Davoli subì danni gravissimi durante il terribile terremoto del 1783, in cui perirono numerosi cittadini (la popolazione, infatti, che si attestava alla fine del ‘700 sui 3000 abitanti, veniva calcolata nel 1815 in 1359 unità). Il territorio, reso fertile dall’abbondanza delle acque, ha favorito in Davoli una fiorente agricoltura (si contavano nel territorio ben sette mulini, nove tappeti, cinque forge) allevamenti di ovini e bovini. La parte montana del territorio è estesa a castagneto e faggeto. I Davolesi si distinsero per la lavorazione del legno e del carbone, la concia delle pelli, la produzione di vini, oli pregiati, e prodotti caseari che trafficavano sui mercati delle cittadine vicine, specie verso Serra San Bruno. In marina si sviluppò l’allevamento del baco da seta e dai numerosissimi telai uscivano delle ottime coperte ricamate, le famose “damasche”, orgoglio delle novelle spose.
Nella zona del Trono, negli anni quaranta, è stato rinvenuto e sfruttato in parte, un grosso giacimento di quarzo e di caolino, che veniva spedito con le navi a Napoli e Firenze, per ceramiche e materiale ottico.
Davoli ha dato i natali a molti personaggi illustri, che si sono distinti e si distinguono tuttora nel campo della scienza, del diritto e della letteratura. Ricordiamo, tra gli altri Giuseppe Aloisio, letterato; Gregorio Badolisani, giurista; Patrizio Corapi, giureconsulto e deputato; Pier Nicola Gregoraci, prof. emerito dell’università di Napoli, scrittore di medicina; Nicola Paradiso, fisico; Francesco Perri, latinista e grecista; Domenico Pittelli, giornalista; Saverio Tucci, poeta.
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