Umberto Zanotti Bianco

UMBERTO ZANOTTI BIANCO

- scrisse Zanotti Bianco - «Ricordo una notte passata sull'Aspromonte, una notte estiva dai pochi grandi astri lucenti, dai possenti venti meridionali profumati dal sonno divino delle campagne lontane. Ricoverati in una baracca rattristata dal lamento monotono d'un bimbo malato che si confondeva col cigolio delle assi sconnesse, ascoltavamo, avvolti quasi nelle tenebre, storie di miserie e d'abbandoni che, come reiterati lamenti, uomini e donne ci narravano a capo chino, con voce lenta e fioca, appena tremante di lacrime quasi che il pianto venisse di lontano! (...) Fu allora che ci promettemmo di seguirle, povere anime, nelle tenebre e nel dolore!... ».

 

Giovanissimo entrò in contatto con Antonio Fogazzaro, che spinse lui e altri giovani a intervenire nell'opera di soccorso agli abitanti di Reggio C. e Messina dopo il terremoto del 1908. Decise di dedicare la sua vita al riscatto del Meridione italiano. Partecipò nel 1910 alla fondazione dell'Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d'Italia (ANIMI), (nata anche sotto la spinta Antonio Fogazzaro) che riuscì a salvare  dalla persecuzione fascista con il sostegno  e l’amicizia della principessa Maria José di Savoia 

Con l’ANIMI iniziò un'intensa attività che lo portò alla formazione di un vasto numero di maestri, per l’alfabetizzazione di adulti e bambini, e alla creazione di centinaia di asili, scuole elementari e biblioteche e assistenza medica. Si arruolò come volontario nella prima guerra mondiale e rimase gravemente ferito al fronte con una ferita invalidante dei cui esiti soffrì tutta la vita. 

Divenuto archeologo fondò nel 1920 la «Società Magna Grecia» insieme a Paolo Orsi, archeologo roveretano e primo Soprintendente della Calabria. Insieme costituirono la società Magna Grecia, il principale ente promotore e finanziatore (con i fondi esclusivamente privati raccolti da Zanotti Bianco) di innumerevoli scavi archeologici nel Sud e in Sicilia. La loro collaborazione fruttò anche l’idea del Museo di Reggio e il restauro della Cattolica di Stilo».

Nel 1925 è tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali antifascisti di B. Croce. Fu attivista antifascista. 

Nel 1931 fondò con Paolo Orsi la  rivista «Archivio storico per la Calabria e la Lucania».

Nel 1932 scoprì i resti dell’antica Sibari 

Nel 1934 Durante un periodo di invio al confino fu autore, insieme alla collega Paola Zancani Montuoro l'Heraion alla foce del Sele, presso Posidonia, attuale Paestum, alla foce del fiume Sele; arrestato nel 1941 a causa del suo antifascismo. Pagò l'aver definito il fascismo «un tumore maligno nel corpo della nazione» finendo al confino. 

Nel 1944 fu nominato presidente della Croce Rossa Italiana, carica che ricoprì per 5 anni. 

Nel 1952 fu nominato senatore a vita dal presidente Luigi Einaudi. Con questa carica svolse un'intensa attività parlamentare, soprattutto in difesa del patrimonio monumentale e ambientale 

nel 1955 fu tra i fondatori di Italia Nostra insieme con altri intellettuali, tra cui Elena Croce, la figlia del filosofoBenedetto Croce e Desideria Pasolini dall’Onda.