Umberto Zanotti Bianco e Paolo Orsi
DA “VISIONI DI CALABRIA”
Nei disegni di Teodoro Brenson
Franco Taverniti – Regione Calabria – Assessorato al turismo
Silvana editoriale - Cinisello Balsamo 1992
“Nell’autunno del 1920, Umberto Zanotti-Bianco (Canea, Creta, 1889-Roma, 1963), figura insigne di un uomo di cultura e di meridionalista, nonché animatore instancabile e generoso di positive esperienze nel campo dell’associazionismo democratico nel mezzogiorno d’Italia, fonda a Roma, assieme al grande archeologo Paolo Orsi, la società Magna Grecia (https://www.animi.it/societa_magna_grecia.html ).
Il documento-appello redatto e diffuso subito in tutta Italia ad iniziativa di un rispetto ma qualificato comitato promotore, dopo aver richiamato, in premessa, la grave crisi economica che in quel tormentato dopoguerra attanagliava il Paese e la conseguente decisione del Governo di limitare le spese che non appaiono assolutamente indispensabili alla vita dello Stato, afferma che era dovere di ciascun cittadino sostenere gli sforzi dello Stato nella direzione del benessere sociale e facendo appello allo spirito di vera italianità dei cittadini, li invitava, inoltre, ad aiutare, secondo le possibilità individuali, le iniziative mirate alla salvaguardia, conservazione e valorizzazione del patrimonio di bellezze naturali, monumentali ed artistiche ereditato dai secoli passati.
A questo scopo - prosegue il documento - noi amici del Mezzogiorno d’Italia intendiamo costituire una Società che si adopererà a proteggere, ricercare e far conoscere le bellezze e le memorie d’arte e di cultura di una delle plaghe più abbandonate del nostro Paese: l’antica Magna Grecia.
Il documento di fondazione della Società, piuttosto conciso, tacitiamo quasi, introduce per la prima volta nel nostro Paese indirizzi formativi informatori ed esperienze, propri di altri Paesi europei; tenta in altri termini di sottrarre il dibattito, in quel momento assai vivace, sui temi e i problemi della conservazione e valorizzazione del patrimonio d’arte e di cultura Italiano dal ristretto cerchio degli addetti ai lavori, onde coinvolgere intorno ad esso un più vasto pubblico.
L’appello era firmato da tutti i componenti il Comitato promotore: principessa A. Strongoli, Sofia Cammarota, Carolina Maraini, Eleonora Duse, duchessa Gallarati Scotti, contessa Silvia Manzoni, donna Giuseppina le Maire, generale Mario Moris, prof. Cenni, barone Blanc, ing. Vismara, Umberto Zanotti-Bianco.
Un comitato esecutivo, guidato da Paolo Orsi e da Quintino Quagliati, che proprio in quegli anni conducevano nel Mezzogiorno fortunate quanto difficili campagne di scavo, avrebbe curato la propaganda e la raccolta dei fondi diretti a finanziare quegli scavi e quei restauri ai quali i magri bilanci delle Soprintendenze non consentivano di porre mano.
L’impostazione di questa nuova associazione ricalcava per taluni aspetti quella che lo stesso Zanotti-Bianco aveva fondato nel lontano 1910 a Reggio Calabria, laddove il giovane intellettuale piemontese era sceso volontariamente per partecipare all’opera di soccorso conseguente al catastrofico terremoto del 28 dicembre 1908 e da dove, nell’estate dell’anno successivo, era partito insieme a Giovanni Malvezzi (altro grande attivista dell’Associazione) per condurre un’inchiesta su 38 comuni dell’Aspromonte Occidentale.
Quell’esperienza, quell’impegno sul campo ad ampio spettro (rilevazione delle condizioni sociali ed economiche e della situazione della scuola, dell’analfabetismo, della sanità e dell’igiene) finiranno col rivelare al giovane intellettuale del Nord le condizioni di povertà naturale e di dolorosa miseria del Sud.
Da qui, da questo autentico contatto con la dura realtà meridionale, Zanotti-Bianco trasse convincimento circa l’importanza della questione meridionale per la dignità, la democrazia e la libertà dell’intera nazione, insieme alla lucida consapevolezza circa il profondo radicamento, nella natura e nella storia, dei mali del Mezzogiorno e quindi dall’esigenza di passare ad un’azione di grande mobilitazione delle migliori energie intellettuali meridionali, e poi formare attorno ad esse una pattuglia di giovani coraggiosi, disposti a ingaggiare una dura impegnativa battaglia contro le antiche leggende e recenti miserie del Sud.
Da queste premesse da questa concezione meridionalistica ed associazionistica di Zanotti-Bianco, prese corpo l’idea di costruire nel 1910 l’Associazione per gli interessi morali ed economici del Mezzogiorno d’Italia (ANIMI https://www.animi.it/pdf/Un progetto di bonifico socio-sanitaria.pdf), con il preciso intento di farne strumento di stimolo e di promozione nella direzione del rinnovamento morale e del progresso civile, economico e culturale delle emarginate popolazioni meridionali.
Ma torniamo alla società Magna Grecia. E’ lo stesso Zanotti-Bianco ad informarci che la campagna promozionale, diretta per un verso alla diffusione del manifesto ideologico della nuova Associazione e quindi alla conoscenza in ambito più ampio dei temi e problemi connessi alla ricerca, conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico culturale dell’antica Magna Grecia e peraltro verso alla raccolta di fondi per finanziare (attraverso l’apporto dei soci ordinari e sostenitori) scavi archeologici nella regione del Sud ed in Sicilia, s’aprì con la distribuzione mirata di un opuscolo redatto insieme all’Orsi, sul quale era riportata la situazione del patrimonio archeologico in Magna Grecia e Sicilia, nonché i ragguagli sugli scavi compiuti e sull’opera da compiere.
I risultati di quella straordinaria “stagione archeologica” a cui, peraltro, va il merito di aver rivelato a vasti strati dell’opinione pubblica italiana e straniera un territorio storico ancora pressoché sconosciuto, sono compendiati in un bel capitolo del volume dedicato a Paolo Orsi, edito in Roma nel 1935 (subito dopo la morte dell’Orsi: Rovereto, 8 nov. 1935) a cura dell’Archivio Storico per la Calabria e la Lucania, la rivista che Zanotti-Bianco fondò nel 1931, allorquando allontanato dalla Calabria ed impedito, per il suo rifiuto al fascismo, nel proseguire la sua attività nell’associazionismo sociale, continuò il suo impegno meridionalista attraverso l’occupazione di uno spazio culturale e l’intensificazione della ricerca archeologica nel Sud”...
Umberto Zanotti Bianco (1889) e Paolo Orsi (1859) erano grandi amici, si conobbero sul traghetto Reggio – Messina nel 1911). “Un rigoroso intellettuale in abiti da campagna, con le tasche rigonfie di taccuini e di matite”... Paolo Orsi viene descritto così da Umberto Zanotti Bianchi che lo vide sul parapetto di una nave a vapore sbarcata sullo Stretto di Messina.