Architettura civile

 ARCHITETTURA CIVILE

Lo stemma comunale riproduceun’aquila (simbolo di comando, potenza e vittoria), coronata ad ali spiegate posta tra due torri e poggiante su tre colli; sintetizza il fasto e la grandiosità che Guardavalle ebbe per molti secoli e che ancora oggi è riconoscibile.

Guardavalle era il più grande casale di Stilo e si distingueva per la presenza di numerosi palazzi signorili nell’abitato e di casolari nelle aree rurali. Questi manufatti, semplici nella loro tipologia costruttiva, emergevano per le dimensioni e per le loro decorazioni architettoniche: portali in granito variamente decorati e con lo stemma della famiglia scolpito sulla chiave di volta, balconi realizzati in granito locale poggianti su grosse mensole variamente modanate sulle quali talvolta venivano scolpite delle maschere apotropaiche e i cornicioni di coronamento formati da file sovrapposte di mattoni in cotto o da romanelle. Alcuni edifici avevano una corte interna le rampe d’accesso ai piani alti ed possenti barbacani posizionati ai quattro angoli della struttura.

In alcuni casi, gli elementi tipici di questi edifici sono stati deturpati da interventi incontrollati.

 

Palazzo Sirleto

Sorge nella parte alta del paese, costruito tra la fine del ’500 e l’inizio del ’600 dal Vescovo Fabrizio Sirleto, nipote del Cardinale Guglielmo Sirleto. Il palazzo doveva far parte integrante di un grande complesso architettonico in cui erano compresi un oratorio, un seminario dedicato a San Filippo Neri e la Basilica dedicata a San Carlo Borromeo, amici del Cardinale. È il più imponente di tutti i palazzi di Guardavalle, ma la sua costruzione non fu mai completata. Infatti un’ala è rimasta senza la copertura ed un muro alto e lungo, con doppio ordine di arcate, non fu mai completato. Il grande vano del frantoio e le cantine, coperte con volte a botte, sostengono i due primi piani del palazzo, abitati ancora fino a qualche decennio fa. L’interno dei piani residenziali è caratterizzato da grandi vani comunicanti fra loro. In uno di questi fa bella mostra di sé un grande camino in granito, ben conservato.

 

Palazzo Criniti,secondo quanto riportato sul portone principale d’ingresso, è una delle costruzioni nobiliari più antiche di Guardavalle (1492). Oltrepassato un bel portale in granito, posto su un muro di cinta che forma una piccola corte aperta, un’ampia scala con gradoni in pietra porta all’ingresso dell’abitazione, caratterizzato da un portale in pietra, sormontato dalla testa di un angelo e dallo stemma marmoreo di famiglia. Sotto lo stemma, quasi illeggibile, la data del 1492. In uno dei vani della zona giorno sono ancora visibili, sulla superficie del solaio, alcune pitture con scene di vita quotidiana. La facciata secondaria oltre ad accedere al grande giardino è caratterizzata da lesene e cornici marcapiano.  La cosa più singolare di questo palazzo è il passaggio sotterraneo che un tempo collegava segretamente quest’edificio con palazzo Spedalieri.

 

Di Palazzo Spedalieri non si conosce la data della costruzione, ma si può supporre che è molto antecedente a quella del 600, tesi avvalorata dalla facciata secondaria che presenta una struttura muraria massiccia con poche e piccole aperture, dalla presenza di due possenti contrafforti d’angolo che ricordano le fortificazioni medievali e anche dalla presenza di un passaggio segreto che lo collegava a palazzo Criniti. In spregio al valore storico e architettonico e senza avere le necessarie autorizzazioni, sono state apportate al palazzo molte modifiche. Nonostante ciò, la facciata principale presenta ancora elementi decorativi in stucco del tardo barocco. Un corpo avanzato con lesene e cornice ingloba un grande portale in granito scolpito con volute ed elementi floreali. Tutto intorno all’archivolto del portale una scritta scolpita con il nome del nobile che lo fece costruire e la data di ultimazione dei lavori (1777). L’interno, è composto da diciotto camere, e da una cappella gentilizia dedicata all’Immacolata che è la copia in piccolo della cappella della chiesa di Sant’Agazio.

 

Palazzo Falletti, costruito tra il 700 e l’800, sorge sulla stessa area. Il portale d’ingresso, scolpito da artigiani serresi, è formato da due colonne monolitiche sormontate da cornicione in granito e dalla grande balconata. L’ampia corte a cielo aperto costituisce uno splendido atrio che conduce ai vari piani abitativi ai magazzini e al giardino pensile. È caratterizzato da una pavimentazione in blocchi di pietra granitica squadrata e ad opus incertum. Al giardino pensile si accede attraverso un bellissimo cancello in ferro battuto di pregevole fattura. Le facciate sono abbellite da un bugnato, ottenuto dal sapiente uso di pietre e laterizi. Il palazzo è abitato saltuariamente dagli eredi Falletti che operano le dovute manutenzioni.

 

Secondo il parere dello storico Lobstein, Palazzo Salerno è un manufatto d’origine cinquecentesca. L’ingresso della facciata principale è adornato da un portale formato da due coppie di colonne in granito monolitiche e sovrastante cornicione che regge il piano di calpestio del balcone centrale. Sul portale si distingue lo stemma di famiglia: un leone rampante con corona e due stelle in alto ai due lati. L’androne, coperto da due volte a crociera con mattoni in foglio, presenta una scala a due rampe in granito che porta ai piani superiori, dove erano situate le camere da letto, gli studi e i vari salotti e soggiorni. All’ultimo piano, vi erano le cucine. La facciata posteriore presenta all’ultimo piano un terrazzo di circa 120 mq sorretto da mensoloni in granito simili a quelli dei balconi di palazzo Sirleto. Col terremoto del 1959 crollarono alcune parti di questa facciata, che poi venne ricostruita.


Il palazzo dei Notari, di proprietà della famiglia Trua, sorge su pianta trapezoidale. Oltre il portone, una grande scala ad una rampa porta ai vari appartamenti. Molto articolato all’interno, tanto da sembrare un labirinto, il palazzo è oggi in stato di totale abbandono. Abitato dagli ultimi eredi fino a trenta anni or sono, ha subito nel corso degli anni varie trasformazioni di adeguamento, ma la tipologia è rimasta quella originale del ‘600-‘700. Si chiama ancora oggi “palazzo dei notari” perché è stato abitato da diverse generazioni di notai della famiglia Trua.

 

Il palazzo Trua, costruito nel ‘700 su pianta rettangolare, si sviluppa su tre piani ed è caratterizzato da due ingressi collegati fra loro da un ampio scalone di pietra granitica. L’ingresso principale è formato da un bel portale in granito variamente modanato. Attraverso lo scalone coperto da volte a botte si collega con la corte esterna del piano superiore. Molto bella è la cisterna posizionata in uno slargo all’esterno del piano di mezzo. Attualmente il Palazzo si trova in uno stato di completo abbandono nonostante i proprietari l’abbiano donato al Comune.

 

Palazzo Riitano mostra un bel portale ingranito, che è sormontato da un elegante balcone poggiato su robuste mensole sulle quali si trovano scolpite alcune maschere “apotropaiche”, con chiari riferimenti greci, richiamate per annullare o allontanare eventuali influssi magici maligni. Sulla facciata dello stesso palazzo compaiono numerose altre tracce che indicano l’importanza storica ed artistica dell’edificio, fatto costruire, con ogni probabilità da Francesco Riitano intorno al 1500-1600, quando lo stesso aveva il compito di esigere le entrate del feudo di Borgorosso, in qualità di procuratore del ricco concessionario, Giovanni Geronimo Morano.

 

Palazzo Rispoli è un manufatto settecentesco. Oltrepassando un portale in pietra granitica, si accede ad una bella scalinata in granito che porta agli appartamenti situati al primo piano. di proprietà della stessa famiglia Rispoli è l’edificio ottocentesco costruito in contrada “coltura”, denominato “Castello” per la tipologia formale che lo caratterizza: pianta quadrata, con due torri cilindriche ai due angoli della facciata principale. Un grande portale in pietra ci introduce in un ampio androne.

 

Palazzo Sant’Agazio, intitolato al protettore di Guardavalle e attualmente sede del comune, che ha acquistato il palazzo agli inizi del ‘900 dalla famiglia Raffaele Salerno. Il titolo di “palazzo Sant’Agazio” è stato dato per onorare il patrono del paese. Antistante a palazzo Squillacioti e adiacente Palazzo S. Agazio, su un terrazzamento che segue l’orografia del terreno, sorge un palazzo di epoca ottocentesca di proprietà privata, dalla forma planimetria poligonale con giardino pensile che si affaccia in corrispondenza di Palazzo S. Agazio.

Nei pressi di palazzo Sant’Agazio sorge

 

Palazzo Squillacioti si distingue per la sua mole e la sua semplice eleganza. È caratterizzato da pochi elementi architettonici essenziali che lo rendono maggiormente austero: il portale ottocentesco in pietra granitica squadrata con chiave di volta su cui è posto lo stemma familiare, le mensole modanate sotto i balconi, il cornicione di coronamento, i marcapiani e le riquadrature di facciata. Il manufatto copre una superficie di circa 160 mq e comprende nella sua volumetria dei vani seminterrati adibiti a cantina e depositi e un alloggio per ognuno dei due piani sopraelevati. Si accede ai vari piani dall’unico ingresso, mediante una scalinata interna con gradoni in pietra granitica.

13 Palazzo Squillacioti2.jpg12 Palazzo Squillacioti.jpg9 Palazzo Salerno2 portale.jpg5 Palazzo Spedalieri2 facciata posteriore.jpg6 Palazzo Falletti.jpg10 Palazzo dei Notari.jpg4 Palazzo Spedalieri facciata principale.jpg11 Palazzo Riitano.jpg7 Palazzo Falletti atrio.jpg2 Palazzo Sirleto2.jpg8 Palazzo Salerno.jpg1 Palazzo Sirleto.jpg3 Palazzo Sirleto3 particolare balcone.jpg