Architettura militare

 ARCHITETTURA MILITARE

Verso la fine del XV secolo, subito dopo la guerra d’Otranto, il re aragonese Fernando I fece costruire lungo tutte le coste del regno di Napoli numerose Torri di avvistamento e di difesa contro le incursioni turchesche. Il paese subì numerosi attacchi dai Saraceni, tra questi si ricordano in particolare quelle del 1555 e del 1569. In tutto il territorio sorsero ben 12 strutture di avvistamento, da cui l’appellativo di “Paese delle dodici torri”.

Le torri “di allarme” sorsero nella marina, quelle “di difesa” furono costruite nel centro storico tra il 1555 e il 1569. Esse avevano le stesse caratteristiche costruttive: muri in pietra e malta di grosso spessore con pianta quadrangolare di circa 7 metri per lato e altezza media di quindici metri. La maggior parte di esse presentava alla base possenti barbacani e superficie muraria apicale merlata. Nel tempo molte di queste strutture difensive sono state trasformate in abitazioni, sconvolgendo quello che era il loro aspetto architettonico originario; di due di esse si è addirittura persa ogni traccia. Ad oggi restano leggibili nel tessuto urbano la Torre del Vaglio, del Crocco e quelle tramandate col nome dei feudatari guardavallesi che le avevano fatte erigere, Riitano, Menniti, Toscano, Carafa, e Giordano.

 

Le Torri di avvistamento

La costa di Guardavalle era dotata di due fortificazioni costiere: la Torre di Caminise e la Torre di Vinciarello.

La torre di Caminise (o torre Caminiti) così detta dal feudo su cui venne edificata, nota anche come torre Matrimona, aveva forma circolare ed era di proprietà regia. Costruita a seguito dell’ordinanza del 12 novembre del 1480, la struttura fu assai danneggiata dal terremoto del 1638 e durante l’occupazione francese fu utilizzata per l’ordinamento doganale. Il luogo dove sorgeva la torre viene ancora indicato col nome “timpuni d’a turri” ma di questa non rimangono né disegni né fotografie.

La torre “cavallara” di sopraguardia di Vinciarello(toponimo utilizzato per indicare la frazione marina del paese), viene chiamata così perché fu costruita da Vincio Spedalieri per ordine di Carlo V nel 1485 (come riporta la una lapide marmorea posta sul frontone), in cambio della donazione del feudo rustico di Caminise. La torreè rimasta intatta fino ad oggi (fig.4). Essa non era inserita nel sistema ufficiale di torri per la difesa costiera ed aveva funzioni di masseria e residenza. Al piano terra vi era la scuderia, mentre al primo piano alloggiavano i soldati. Il fabbricato fu parzialmente distrutto nel terremoto del 1783 e poi ricostruito; molti ambienti cambiarono la loro originaria funzione e le scuderie vennero trasformate in magazzini per l’olio. Accanto alla torre vi era una cappella dedicata a S. Pietro; di questa restano la pala lignea con l’immagine del Pescatore di Galilea, e la campana bronzea, datata 1785, mentre sul passetto del ponte levatoio è incisa la data del 1756.

La torre di Nenao torre di mezzo, a pianta quadrangolare, fu costruita su una collina con funzione di collegamento tra la costa e il borgo. Aveva funzione di trasmissione d’allarme, essendo ubicata a metà tra la marina e il centro abitato, in località S. Bartolo; essa infatti è ben visibile sia dal centro abitato, che dal timpone della Torre Caminise, sulla costa. Mozzata da un susseguirsi di crolli rimane in piedi solo il basamento e parte del primo piano, in uno stato di totale abbandono.

Le torri di difesa

Le torri di difesa sono costruite nel borgo sono quasi tutte allineate parallelamente al corso principale. La torre Toscano e la torre Carafa, edificate nella parte bassa del paese sono state inglobate nell’originario nucleo abitativo del Casadeiju.

La torre Toscano sorge nella parte bassa del paese che scende verso il Carmine, in Via della Luce. Originariamente terminava con una bella merlatura che sovrastava un massiccio cornicione di coronamento. Nel 1948 fu parzialmente demolita a causa delle lesioni provocate l’anno precedente da una scossa di terremoto. Oggi è adibita a civile abitazione.

La torre Carafa di proprietà di Fabrizio Carafa (o Carrafa), dalla quale si poteva “guardar il passo principale della marina”, ossia la mulattiera che dal Carmine portava al mare, nel 1569 risultavanon terminata. Fu costruita nel luogo in cui sorse il primo nucleo abitativo del paese. Anch’essa è stata trasformata in abitazione, pur conservando alla base le caratteristiche delle torri a pianta quadrata con muratura molto spessa, che la rende riconoscibile.

La torre del Crocco o del Greco nella parte alta del paese, elemento emergente lungo la via S. Martino, è resa irriconoscibile per la trasformazione in civile abitazione. La parte originaria si può individuare nel possente contrafforte angolare e, in parte, nel primo e secondo piano.

La torre Menniti, in tutto simile alla torre Giordano, è ubicata in via Roma. Nonostante le sue caratteristiche funzionali siano state occultate, la struttura è ancora riconoscibile e in buon stato di conservazione.

La torre Riitano, che sorgeva all’inizio di via S. Carlo, è stata distrutta senza un valido motivo intorno al 1950.

La torre del vaglio (d’o vagghiu) è ubicata al fianco della chiesa del Purgatorio. Non è facilmente individuabile a causa delle abitazioni che le sono state addossate.

La torre Giordano si erge in tutta la sua imponenza a metà del Corso Sirleto, mentre le facciate laterali sono state occultate da altre abitazioni che si affacciano su via S. Carlo via Indipendenza e via Progresso. Intorno al 1930, la cupola turrita delle strutture originarie apicali, contrassegnata da merli e feritoie è stata trasformata in una terrazza con la cinta e i parapetti in muratura.

 

3 Torre Carafa.jpg6 Torre Giordano2.jpg5 Torre Giordano.jpg4 Torre Menniti.jpg7 Torre Toscano.jpg2 Torre Vinciarello2.jpg1 Torre Vinciarello.jpg