Le Nostre Attività sul Territorio
Data la natura del nostro territorio e dei numerosi piccoli ma ricchi centri che lo popolano, risulta complessa l’azione di monitoraggio. Numerose sono state le segnalazioni relative all'incuria e all'abbandono in cui versano importanti monumenti e manufatti artistici che, scampati a disastri naturali o devastazioni belliche, rischiano di scomparire per l’indifferenza degli enti e dei privati. Partendo dalla considerazione che non può esservi tutela senza conoscenza e non può esservi valorizzazione senza tutela, il nostro impegno si diversifica in segnalazioni, in incontri nelle scuole volti alla sensibilizzazione dei giovani, in progetti di valorizzazione, nella promozione di incontri e manifestazioni nell'intento di trasmettere a studenti e cittadini il senso di appartenenza della propria storia e della propria cultura. La nostra area di competenza comprende, in via indicativa, il territorio tra l’antica Skilletion-Scolacium e l’antica Kaulon.
Dal 2006 al 2010 il nostro impegno si è concentrato sulla scoperta di una villa produttiva in località Zagaglie del territorio di Isca sullo Ionio.
Gli ambienti venuti finora alla luce sono pertinenti alla “pars fructuaria” di una villa produttiva con diverse fasi di frequentazione che vanno dal I sec. a.C. al IV sec. d.C.
Nell'ambiente centrale due tracce circolari in malta di ca 120 cm di diametro, sono state interpretate come incassi di un torcularium in legno, segno tangibile dell’antica vocazione vitivinicola di questi territori.
I materiali rinvenuti, tra cui frammenti di anfore vinarie varie monete, un “anulus signatorius”, oggetti in bronzo, ceramica fine e da fuoco, sigillata africana, vetro, alimentano l'ipotesi di considerevoli traffici commerciali nel luogo.
Nel saggio, è rilevante anche il rinvenimento di un breve tratto stradale, importante in quanto non è ancora stata individuata l’antica viabilità della costa Ionica, se non per alcuni piccoli tratti, peraltro non studiati.
Pertanto, l’ubicazione della villa romana di Zagaglie e i riscontri con altre villae produttive come il “Naniglio” di Gioiosa e la villa di Casignana, la mettono in connessione, forse anche con una statio, alla viabilità romana che collegava Tarentum a Rhegium ed agli insediamenti produttivi che sopravvissero anche dopo la caduta dell’impero romano.
Dall’ultima campagna di scavi, il gruppo archeologico P.Orsi di Soverato, ha instaurato un rapporto di collaborazione con Palazzo Spinelli e le Università calabresi che ha visto la partecipazione attiva di numerosi studenti allo scavo archeologico.
Una formula vincente che consente di coniugare il volontariato con l’esperienza formativa utile agli studenti e la promozione della ricerca archeologica.
Non solo scavi, ma anche ricerca e valorizzazione dei beni architettonici, ambientali, artistici ed etnografici.
Le ricognizioni sono per noi uno strumento indispensabile per conoscere il nostro territorio; a Santa Caterina dello Ionio ci hanno consentito di individuare numerose grotte e palmenti.
Le grotte sono concentrate nella stupenda valle che separa Santa Caterina da Badolato con i torrenti Caria e Carciamiti, ricca anche di mulini e pozzi, ultimi testimoni di un passato nel quale l’agricoltura aveva un ruolo vitale per intere comunità. E’ importante notare la relazione tra i toponimi, le grotte e alcuni palmenti.
La collaborazione dell’amministrazione comunale, guidata da Domenico Criniti, e dei professori Amodei e Sculli ci ha permesso di individuarne altri, tutti concentrati nel solo territorio di Santa Caterina dello Ionio. Alcuni palmenti sono perfettamente conservati nella loro originaria struttura, altri sono stati rimossi e danneggiati, per superficialità e ignoranza. Strano è che finora, nella nostra area, al di fuori del territorio caterisano, non sono stati trovati altri palmenti affini, nonostante la somiglianza tra i territori e le tradizioni. La nostra ricerca non finisce qui: altre ricognizioni e raccolta di fonti orali, ci permetteranno di verificare se veramente non ve ne sono altri nei paesi limitrofi. Santa Caterina dello ioniovanta un’antica tradizione della viticoltura; i vini del posto sono riconosciuti tra i migliori della media fascia Ionica e rilevante è anche la tradizione dei maestri scalpellini che hanno lasciato la loro impronta nel territorio urbano e agricolo. I contatti con altre associazioni ci hanno consentito di venire a conoscenza di altri palmenti nel territorio di Riace, a 30 km circa da Santa Caterina.