SANT’ANDREA APOSTOLO DELLO IONIO.
È situato sul versante ionico calabro nel basso catanzarese, si affaccia sul golfo di Squillace ed ha un territorio che si estende dal livello del mare sino a 1.071 m di altitudine, con ben 4 km di costa. Si compone di una fascia marina, pianeggiante e coltivata soprattutto ad agrumeti ed uliveti; una fascia collinare con uliveti, vigneti ed orti; la montagna, molto ben conservata e che costituisce un grosso patrimonio ambientale, con boschi di castagno, leccio e faggio.
Immerse in un equilibro ecologico incontaminato, in un susseguirsi di piccole cascate naturali tra boschi di faggio e castagno, sono le zone dei torrenti Alaca e Salubro, fortemente piene di attrattive e bellezze naturali (notevole in questa realtà la presenza di antichi ruderi di mulini ad acqua). Il centro storico è molto ben conservato, con la sua caratteristica di borgo medievale, in un intrico di strette viuzze e stradine molto suggestive, alcune hanno ancora il pavimento con lastroni di granito. La posizione paese è splendida e invidiabile: davanti il mare ed alle spalle le montagne, che sono l'avamposto dei monti delle Serre. Sorge alla sommità di tre colline ed è una vera e propria terrazza sul mare, anticamente era un'ottima postazione difensiva contro le incursioni saracene, oggi mette in luce le dolci terrazze coltivate a vite ed ulivo.
La struttura urbana del vecchio "Casale" si forma tra il X° e l' XI secolo, nei pressi di una Grangia basiliana fondata da
alcuni monaci (Grangia di Gerraggiùati del IX secolo); appartenuta prima ai monaci basiliani e successivamente a quelli certosini.
Successivamente, secolo XI - XII, viene edificata la Chiesa di San Nicola di Cammerota, sul poggio di Condò, duecento metri più a nord della Grangia. Sull’altura alle spalle dell'attuale cimitero, si può ancora notare il rudere della Torre di Tralo' o Torre di "Cammerota", di origine normanna, che, secondo alcuni antichi documenti, sarebbe appartenuta alla chiesa e costituisce un altro esempio dell'importanza storica di S. Andrea.
Un'altra testimonianza bizantina è rappresentata dalla Chiesa di Campo. Riportata negli antichi documenti col nome di S. Martino ed in un secondo tempo col nome di S. Maria di Campo, è il classico esempio di chiesa rurale, che i basiliani costruivano nelle campagne per dare un supporto ai contadini. Più umile nelle rifiniture e nei materiali, è un inequivocabile modello compositivo dell'architettura del periodo. L'altare è esposto ad oriente e l'entrata ad occidente. Nel 1985, nel corso dei lavori di restauro curati dalla Amministrazione Comunale, sono stati rinvenuti preziosissimi affreschi bizantini, presumibilmente del X e XIII secolo. I primi, nell'abside ritrovata dietro l'altare, rappresentano dei santi a figura intera, mentre i secondi, sulla parete laterale, riportano, presumibilmente, scene di vita religiosa. Le recenti campagne di scavo lasciano supporre, al di sotto del piano pavimentale, l'esistenza di una fattoria risalente al periodo Ellenistico (III sec. a.C.).
Dalla Via Grande, vicino alla chiesetta di S. Nicola di Cammerota, si dirama una mulattiera che porta in collina, nel Centro Storico.
LA CHIESA DI S. ANDREA APOSTOLO
I Basiliani portarono il culto di S. Andrea durante la dominazione bizantina, culto di origine greca. Dalla conformazione e dall'ubicazione si attribuisce la chiesa all'XI secolo: -ricerca del luogo difficilmente accessibile, abside ad oriente, facciata ad occidente, forme irregolari di contrafforti dovute all'angolosità del luogo, finestre ovali con diametro maggiore in senso orizzontale. Accanto alla chiesa c'è ancora una cella dell'eremita, dall'altra parte si innalzava, fino al secolo scorso, un campanile tozzo, coperto da una calotta sormontata da una campana. Durante i secoli successivi la chiesa ha subito deterioramenti, trasformazioni, sviluppi, ma l'impostazione generale è rimasta quella basiliana-bizantina. Nel suo interno si possono ammirare alcune pitture, numerosi affreschi murali, l'altare di notevole fattura e la statua del protettore, datata, secondo alcuni, intorno al Mille. E' servita da una scalinata in pietra granitica.
GRANGIA DEI CERTOSINI.Nel 1131, nei pressi della omonima Chiesa, distrutta dai terremoti, sorgeva la Grangia di tutti i Santi, intorno alla quale si sviluppava il Casale di S. Andrea. Nel 1500 essa veniva ricostruita ed ampliata dai monaci certosini provenienti da Serra S. Bruno, ed a questa epoca risale il maestoso portale di ingresso e il chiostro.
Si possono ancora notare le differenze nelle strutture delle varie epoche. Attualmente la Grangia ospita le Suore Riparatrici ed in essa sono tuttora custodite tante meraviglie, come le preziose piastrelle di fattura settecentesca, dipinte a mano, e gli arredi interni.
Nei primi secoli della sua storia fino al XV secolo S. Andrea fù casale di Badolato, soggetto prima ai monaci basiliani e ai certosini successivamente. Nel XV secolo, in seguito all'ordine del re Normanno di dotare la costa calabra di postazioni difensive contro le scorrerie dei turchi e dei saraceni, fu costruito il castello del "Belvedere". Il castello, dotato di quattro torri (una delle quali ancora integra, la Torre dell'Orologio restaurata nel 1993/98), fu trasformato definitivamente in chiesa matrice nel '700 (la chiesa, di notevole interesse architettonico ed artistico, fu abbattuta nel 1966). Il paese fu inoltre dotato di tre porte d'accesso costruite in granito locale nel 1727: quella del castello (dove ora vi è la torre dell'orologio), quella di Malajra (ricostruita), l'ultima, ancora al suo posto originale, presenta i segni dell'invasione dei soldati francesi. Adiacente alla Chiesa di S. Andrea e alla Chiesa di S. Rocco, vi è l'ultima delle tre porte sopra menzionate.
CHIESA DI CAMPO
La chiesa, che sorge a pochi metri dal torrente Salubro, risale all’ età normanna (XII secolo) ma al suo interno contiene affreschi degli inizi del primo millennio.
Un’ arte che ha resistito al trascorrere dei secoli, che hanno visto la chiesetta, dalla pianta rettangolare, subire pesanti ritocchi conservativi che ne hanno modificato l’impianto originale, senza però scalfire quanto nascosto sotto il sedimento degli intonaci e del tempo. La scoperta degli affreschi avvenne nel corso di lavori di ristrutturazione effettuati intorno alla metà degli anni ’80. Fu una perfetta casualità quella che permise di scoprire, sotto grossolani intonaci, i resti degli affreschi che un tempo adornavano per intero le pareti. Oggi, si apprezzano le rappresentazioni, nella zona dell’abside, di S. Stefano Diacono e i resti di un mantello crociato che dovrebbe appartenere a S. Giovanni Crisostomo. S. Lorenzo, invece, è ben distinguibile e, in base ai frammenti rimasti, sopra l’abside, dovrebbe esservi stata la raffigurazione della “Deesis”, una scena in cui la Madonna e S. Giovanni Battista pregano Cristo seduto su un trono. Il martirio di S. Margherita d’ Antiochia è invece raffigurato nelle formelle della parete sud. Un altare del 1700, assieme a monconi di pilastri decorati da affreschi di santi guerrieri, è riemerso dagli scavi sul piano pavimentale, che ha dato informazioni sulla struttura antecedente agli interventi successivi al terremoto del 1783. La chiesetta oggi è proprietà dei Padri Redentoristi ma non è fruibile. Sotto di essa vi è una sussistenza tardo ellenistica-romana che se indagata correttamente darebbe altre antiche vestigia.
Gerardo Frustagli Proloco Sant’Andrea