Il sepolcreto rupestre
L’evidenza archeologica più antica di Soverato, per quello che c’è dato di sapere fino ad oggi, è la necropoli a grotticelle di località “Spina Santa”.
Le grotticelle funerarie di tipo siculo sono scavate sul fianco della parete di roccia arenaria, sotto la strada litoranea Ionica, a nord dell'abitato di Soverato. Prospiciente a questo sito è ubicata l’antica cava di macine che si sviluppa sulla costa verso nord.
La necropoli è stata documentata per la prima volta nel 1926, grazie ai sopralluoghi richiesti alla “Regia Soprintendenza per L’antichità e l’Arte del Bruzio e della Lucania” da parte del professore Vincenzo Sangiuliano di Soverato.
Il sito era molto più esteso ma i lavori della ferrovia prima e della strada provinciale (ex SP 106) dopo, lo ridussero sensibilmente.
In seguito, furono Mimmo Caminiti e Don Gnolfo a scrivere di questa necropoli e a pubblicare per primi i rilievi della Soprintendenza. Gli studi più recenti sono stati eseguito dalla dott.ssa A.M.Tucci.
Quelle rimaste e fruibili sono raggruppate in un modesto spazio e visibili dal mare o dal sentiero che parte dal ponticello della ferrovia; “esse si presentano a calotta, di piccola proporzione e alcune conservano dei loculi”.
Le necropoli di età protostorica, rinvenute in Sicilia, in Calabria, in Puglia e in Basilicata, sono state studiate da Paolo Orsi, da Luigi Pigorini, G. Sergi, Colini, Vernole e altri.
Pasquale Maggiulli nel 1939, partendo dagli studi dei suoi “maestri” e studiando le necropoli del Salento, asseriva che “quelle costruzioni funerarie si devono attribuire ad un popolo, comunemente e solo in tempi storici, denominato Siculo, di stirpe mediterranea, venuto dall’Africa in tempi differenti e sbarcato pure in luoghi diversi, dove si adattò alle condizioni naturali dei luoghi per progredire poi secondo le relazioni che con altri gruppi umani si resero possibili”……..”i Siculi posero le basi delle prime comunità sedentarie e diedero i nomi ai luoghi, monti, fiumi, ecc”... “Quelle loro tombe, in tutti i luoghi, furono cavate nella roccia, sopra o sotto il suolo, a guisa di grotticelle – alle stesse si accedeva e si accede per una porticina…” “la grotticella veniva poi chiusa con un grande e pesante lastrone lapideo che tappava la predetta porticina”…in” quelle grotticelle furono, in generale e da principio, riprodotte artificialmente le più primitive caverne naturali che una volta erano servite per dimora dei vivi e per il definitivo riposo dei morti”…” la tomba primitiva, destinata a ricevere uno o più corpi di trapassati, presto divenne insufficiente ad accogliere tutti i defunti della famiglia, per cui le nuove grotticelle, come la casa, si allargarono, prendendo forme più grandi e diverse, quadrate, rettangolari ed anche trapezio”…”La grotta sepolcrale divenne, col tempo, insufficiente ai bisogni della famiglia.”…”Tutto intorno alle pareti della grande cella e un po’ più in alto del piano furono scavate certe nicchicelle a forma di larghe e profonde scodelle”… quelle nicchicelle furono destinate a sepolcri di bambini e a deposito delle esuberanti ossa dei defunti in precedenza sepolti. Ecco perché, come asserì lo stesso Orsi, in Sicilia furono rinvenute nicchicelle con scheletri di bambini e ossa di adulti.”
La necropoli, piccola ma suggestiva nel suo insieme, si affaccia sulla baia di Soverato. Essa è visitabile da vicino seguendo il sentiero che si snoda nei pressi del ponticello ferroviario e che è stato creato nel 2007 dal Gruppo archeologico P.Orsi, in accordo col Comune di Soverato e la collaborazione del Consorzio di Bonifica.