Monumenti e attrattive
La Chiesa Matrice risale al 1800. I lavori iniziati dopo il terremoto del 1783 durarono oltre cento anni, la sua consacrazione a San Nicola Vescovo fu fatta dal Vescovo di Squillace, Mons. Eugenio Tosi, nel 1916. Importanti lavori di ristrutturazione furono poi eseguiti negli anni ’60 a cura dell’Arc. Don Innocenzo Lombardo che ne consolidarono e avvalorarono l’aspetto architettonico.
Ha una struttura a pianta rettangolare, abbastanza spaziosa, a tre navate.
Quella centrale comunica con quelle laterali tramite ampie arcate a tutto sesto, sorrette da un duplice colonnato rivestito in marmo da Carrara.
Riccamente decorata è l’abside, dove sull’altare maggiore rivestito con marmi policromi troneggia l’icona di Maria Santissima della Luce.
Sulla volta semisferica affreschi raffiguranti la passione di Cristo rendono il sito artisticamente bello ed estasiante.
Nel transetto si eleva luminosa la cupola degnamente ornata da fregi e stucchi colorati.
Sulle facciate dei quattro pilastri che la sorreggono alcune tele di pregiata fattura, opere dei pittori Murmura e Zimatore di Pizzo, raffigurano i quattro Padri della Chiesa, e sopra di essi le immagini dei quattro Evangelisti che sembra si estendano nell’emisfero come latori del Verbo, vigilanti sulla Chiesa.
La volta della navata principale, ampia e luminosa grazie alle cromate lunette, è decorata da bellissimi affreschi dei maestri Nicola e Domenico Pignataro che raffigurano momenti significativi della vita cristiana.
Da ammirare sui pilastri dei bei capitelli dorati in stile corinzio e al centro della navata, lato destro, il pulpito in legno intagliato, opera del maestro Galati di Vallelonga.
Entrando dalla porta principale della chiesa, in un’enclave della navata laterale destra, emerge il Battistero, un prezioso mosaico realizzato nel ‘61 da maestri della Scuola fiorentina.
Ai due lati terminali del transetto: da una parte si trova una magnifica tela raffigurante San Nicola Vescovo, patrono di Palermiti, dall’altra il quadro di ‘Murorotto’ con l’effige della Madonna della Luce protettrice dei Palermitesi.
Infine, sopra il portone principale, il palchetto, illuminato da un finestrone con ai lati i dipinti dei Santi Pietro e Paolo, un tempo riservato al coro e all’organo, ora obsoleto, insiste, come ornamento sul corpo architettonico favorendo l’accesso all’orologio e al campanile della chiesa.
Centro storico: da vedere le stradine interne che conducono alla Chiesa; alcuni portali in pietra di vecchi palazzi signorili; nei vichi le case addossate con le scalette esterne di accesso ai piani di sopra, di sotto i catoj fino a metà Novecento utilizzati come deposito, cantine o stalle per gli animali; si possono anche ammirare degli antichi archi in muratura sovrastanti locali, atti a sorreggere fabbricati o semplici balconate. Lungo le strade più importanti del paese, di recente, si possono ammirare delle porte di magazzini affrescate da un gruppo di artisti di strada, richiamati dal designer del luogo Marco Ronda.
Interessante all’uscita della chiesa, nella piazzetta antistante, un bel murale raffigurante la leggenda della costruzione della nuova Chiesa Matrice, dopo che il terremoto del 1783 aveva distrutto quella di San Giusto.
Piazza dei Martiri (detta Cona) è il luogo in cui dalla seconda metà del Novecento si è sviluppata la vita sociale e politica della comunità palermitese. Luogo d’incontro e di confronto sociale, politico, culturale e religioso. Vi si trovano: il monumento in bronzo ai Caduti delle Grandi Guerre, i negozi, i bar e le sedi delle Associazioni. È attraversata dalla Statale che da una parte conduce a Squillace e Catanzaro, dall’altra verso San Vito e le Serre. Da essa parte e si dirama la via Gen. Canistrà che porta verso la zona nuova del paese, e conduce anche alla Villa Comunale che d’estate accoglie spettacoli e manifestazioni, soprattutto giovanili. Quivi l’arredo urbano è accogliente ed attrezzato di un parco gioco per i bambini.
I Mulini: da appena un anno, l’Amministrazione comunale, col supporto della Pro-Loco e la guida dell’Associazione Italia Nostra è riuscita a portare alla luce i mulini che si trovano a ridosso dell’abitato, lungo il letto del fiume che costeggia il paese. Un sito interessante, immerso in una rigogliosa vegetazione con opere di architettura industriale funzionanti fino agli anni Sessante. Per l’accesso è stato aperto e ripristinato uno dei vecchi sentieri che ha consentito, la scorsa estate, a decine di persone e turisti di andare ad ammirarle. Si spera che l’interesse pubblico e amministrativo ne possano favorire il recupero e la ristrutturate ai fini turistici.
Festa principale. È quella della Madonna della Luce che si celebra l’ultima domenica d’agosto. Negli agli anni ’70 si festeggiava alla grande col contributo degli emigrati, soprattutto d’America. La processione sfilava per quasi tutte le vie del paese accompagnata dalla banda, da preghiere e litanie anche in vernacolo, dei fedeli. La Cona, accoglieva i migliori cantanti allora in voga. Oggi di meno, ma si conclude ancora con delle serate di concerti musicali e con lo spettacolo pirotecnico dei migliori maestri del settore. Una tradizione, ormai, che si ripete da decenni, per cui, finita la festa, venne fuori il detto: Si dissuru li missi a Palermiti, non si ‘nda dinnu cchiù missi cantati!
La Fontana dei baci: si trova in un’amena località a circa 500 metri dal centro, dove sotto la frescura del luogo scorre dell’acqua pura di montagna. Negli anni ’60 è divenuta meta di passeggiate estive dei giovani palermitesi che sul muretto adiacente s’intrattenevano nei loro conversari dando inizio ai primi approcci sentimentali. Lungo la strada un bel viale attrezzato consente tutt’ora di rifugiarsi durante le arsure estive e concedersi rilassanti e piacevoli passeggiate.
Pietraelisa: è un enorme masso granitico che da un altipiano della montagna palermitese domina il paesaggio sottostante.
La tradizione lo lega alla leggenda della Gallina dalle uova d’oro, questa volta in versione calabrese, intessuta ad una storia di briganti che sotto quel masso avrebbero nascosto un ricco bottino trafugato, i diavoli ne erano custodi e allontanavano chi avrebbe osato avvicinarsi.
Il Santuario della Fede: è sorto negli anni ’70, su una collina alle spalle del paese, con l’intento di farne sede di pellegrinaggio. Vi si trova la Cappella della Madonna della Luce e di fronte una bella e maestosa Colonna si erge a sorregge la statua della Vergine.
Le Grotte: in una località periferica del comune la presenza di alcune grotte ha sempre incuriosito i passanti e gli agricoltori del luogo. Da qualche anno, grazie alla vigile attenzione di un giovane, Renzo Peronace, che ha interessato anche il gruppo archeologico Paolo Orsi di Soverato e l’Associazione Italia Nostra, la cosa ha cominciato ad avere più risonanza e si è avviata un’indagine di ricerca storica per la sua datazione. Si spera così di poter avviare un progetto di recupero e di valorizzazione del sito.
Alla luce di quanto potrebbe emergere bisognerà, forse, riscrivere la storia di Palermiti, di sicuro quella pertinente l’epoca medievale.
* Si ringraziano don Alessandro Nicastri e don Giusto Truglia, sacerdoti di Palermiti, per i suggerimenti e i dati forniti sulla Chiesa.